Il Diabete di tipo 1, in Italia, colpisce 250.000 persone, di cui 20.000 tra 0 e i 18 anni. Ka malattia è caratterizzata dall’incapacità del pancreas di produrre insulina che, quindi, deve essere iniettata ogni giorno – per tutta la vita – nella giusta quantità al fine di evitare che la glicemia salga o scenda troppo.
I fenomeni ipoglicemici si presentano in media due volte a settimana e possono portare la persona con diabete a modificare il proprio trattamento in maniera anche eccessiva, situazione che si verifica nel 74% dei casi, portando a un aumento della glicemia con il rischio di complicanze (malattie cardiovascolari, neuropatia, retinopatia e arteriopatia periferica).
Il Diabete di tipo 1 preme fortemente anche sui conti pubblici; poiché ogni ospedalizzazione legata a un’ipoglicemia ha un costo di circa 2.900 euro. Per questo motivo, l’industria medicale sta lavorando alla messa a punto del pancreas artificiale, che è in fase di sperimentazione, anche se il traguardo è ancora lontano.
Intanto, da marzo 2015, è disponibile, anche in Italia, oltre che nel resto dell’Europa, un sistema integrato che può aiutare a prevenire oltre l’80% degli eventi ipoglicemici. È il Medtronic MiniMed* 640G e monitora, trasmette e visualizza in continuo su un display a colori i valori di glucosio, sospendendo automaticamente e temporaneamente l’erogazione dell’insulina per prevenire le ipoglicemie.
Questo sistema migliora decisamente la vita dei pazienti e produce notevoli risparmi per la sanità pubblica. Purtroppo, l’utilizzo di tecnologie avanzate per la gestione del Diabete insulino-dipendente, in Italia, è inferiore rispetto alla media europea, e di gran lunga inferiore a quella statunitense.
Nel nostro Paese solo il 10% delle oltre 250.000 persone con Diabete di tipo 1 ricorre a microinfusori di insulina (senza sensore integrato), contro una media Ue del 20% e una americana che sale al 40%. Queste percentuali si abbassano ulteriormente se guardiamo all’utilizzo del sistema integrato microinfusore-sensore per il controllo glicemico. E questo malgrado il Piano sulla malattia diabetica del Ministero della salute preveda che l’impatto sociale ed economico della malattia imponga la ricerca di percorsi organizzativi in grado di minimizzare l’incidenza degli eventi acuti e delle complicanze invalidanti che comportano costi elevatissimi, diretti e indiretti.
“Questo è sempre più il momento della tecnologia avanzata, nella gestione del diabete. Un giorno avremo la cura, intanto, è possibile far vivere bene i pazienti senza spendere troppo tempo nel controllo dei valori”, ha sottolineato Francine Kaufman, chief medical officer e vice president Medtronic Diabete nel corso dell’incontro Meet the Scientist. La rivoluzione tecnologica nel diabete tenutosi il 26 settembre a Roma e organizzato da Medtronic Italia.
“È auspicabile – secondo il responsabile diabetologia dell’Ospedale San Camillo di Roma, Claudio Tubili – che tutti coloro che possono trarne giovamento accedano a queste tecnologie siano essi bambini, adulti o anziani. Oggi non è così a causa delle differenti condizioni di erogabilità tra diversi stati e regioni”.
“Quotidianamente combattiamo con le paure delle famiglie dei nostri piccoli pazienti – ha detto invece Fortunato Lombardo, ricercatore della Uoc di Clinica pediatrica Aou G. Martino di Messina e coordinatore del gruppo di studio del Diabete della Società italiana di diabetologia pediatrica – e la principale è rappresentata dagli episodi ipoglicemici, che in media sono 2 a settimana per ogni paziente. La nostra esperienza, confermata anche da progetti come il MiniMed Campus, conferma il fatto che questi sistemi integrati possono essere utilizzati con successo sui bambini, anche molto piccoli, e dai ragazzi, con ottimi risultati di gestione della malattia”.
Andrea Bonura, Amministratore di Nousmed, ribadisce la piena condivisione delle richieste del comparto di aziende che monitorano i pazienti al loro domicilio. Secondo Bonura “Sarebbe auspicabile, in quanto utile e necessario, un serio impiego di risorse in questo campo. Si tratterebbe di un investimento con risultati nel breve, medio e lungo termine. L’incontro organizzato da Medtronic Italia mostra, ancora una volta, come molto c’è da fare in Italia perché gli effetti benefici della telemedicina vengano messi a disposizione dei cittadini. Il monitoraggio continua a non essere compreso nel nomenclatore tariffario e quindi non è rimborsabile. Così, strumenti all’avanguardia e già molto diffusi nel resto d’Europa che salverebbero vite e farebbero risparmiare denaro pubblico, non possono essere utilizzati”.