Entrate per 12,1 miliardi di dollari nel 2015, 63,8 miliardi di dollari, si stima, nel 2021: è quanto emerge dal rapporto “Clinical mHealth Growth Opportunities” di Frost&Sullivan sul mercato delle cure mediche mobili (mHealth).

“L’Internet delle Cose Mediche” (IoMT, Internet of Medical Things) indica qualsiasi ecosistema di tecnologie mediche connesse a supporto di servizi per la salute e il benessere, un settore che sta diventano sempre più strategico.

La grandissima potenzialità di queste soluzioni sta nel fatto che possono essere utilizzate per comprendere modelli, diagnosticare sintomi precoci e impartire cure più rapide ed efficaci per i pazienti. Soluzioni innovative che danno slancio all’Internet relativo alle cose mediche con app, accessori e strumenti diagnostici connessi per smartphone e che faranno sì che le cure cliniche possano essere somministrate indipendentemente da ora e luogo.

Le start-up innovative usano diversi strumenti di analisi e multi-piattaforma per migliorare l’interoperabilità e la connettività, coinvolgendo così i pazienti grazie al più semplice accesso alle informazioni mediche. Dai dispositivi point-of-care a ultrasuoni portatili agli accessori per smartphone che possono rilevare qualsiasi cosa, dalle malattie degli occhi a quelle della pelle, il supporto clinico, che una volta poteva essere offerto solamente in ospedale utilizzando apparecchiature costose, è ora disponibile ovunque e in qualsiasi momento. Questi dispositivi possono catturare dati biometrici e informazioni tendenziali in tempo reale, poi rivisti ed analizzati dal personale medico.

“I nuovi paradigmi di mercato – afferma Harpreet Singh Buttar, analista del gruppo Transformational Health di Frost & Sullivan – richiedono modelli di business innovativi. Per allinearsi meglio ai nuovi modelli di compensazione che premiano i risultati e la qualità delle cure, le aziende imprenditoriali stanno ripensando il modo in cui sono monetizzate le tecnologie per la sanità”.

Andrea Bonura, Amministratore di Nousmed, ribadisce la piena condivisione delle richieste del comparto di aziende che monitorano i pazienti al loro domicilio. Secondo Bonura “Sarebbe auspicabile, in quanto utile e necessario, un serio impiego di risorse in questo campo. Si tratterebbe di un investimento con risultati nel breve, medio e lungo termine. L’incontro organizzato da Medtronic Italia mostra, ancora una volta, come molto c’è da fare in Italia perché gli effetti benefici della telemedicina vengano messi a disposizione dei cittadini. Il monitoraggio continua a non essere compreso nel nomenclatore tariffario e quindi non è rimborsabile. Così, strumenti all’avanguardia e già molto diffusi nel resto d’Europa che salverebbero vite e farebbero risparmiare denaro pubblico, non possono essere utilizzati”.